PeerGynTrip
Data / Ora
Date(s) - 28/12/2019
20:30 - 22:30
Luogo
Teatro del Loto
Categorie
uno spettacolo di Stefano Sabelli | tratto da Henrik Ibsen | scene Francesco Fassone
con in o.a. Eva Sabelli, Gianantonio Martinoni, Bianca Mastromonaco, Matteo Palazzo, Fabrizio Russo
musiche dal vivo Piero Ricci – Piermarino Spina
costumi Martina Eschini
disegno luci Daniele Passeri
fonico Gianmaria Spina
allestimenti Michelangelo Tomaro
foto di scena Massimiliano Ferrante
progetto grafico Livia Neri
Peer Gynt, composto da Henrik Ibsennel 1867, durante un soggiorno in Italia fra Ischia e Roma, è una favola dall’andamento picaresco, con mutamenti improvvisi, adatta a un fantasy cinematografico. Un’opera in versi distante dalla produzione più naturalista del padre della drammaturgia moderna, per la quale Edvard Grieg ha scritto musiche, oggi forse più popolari della stessa opera teatrale.
Adattando il capolavoro di Ibsen, Stefano Sabelli, con PeerGynTrip mette in scena per la Compagnia del Loto un’opera, dove tempi, spazi e luoghi si sovrappongono in un’età e in un gioco temporale indefiniti, pur mantenendo nei costumi di Martina Eschini un richiamo all’Età vittoriana dell’autore.
La storia di questo simpatico perdigiorno che trascorre l’esistenza edonisticamente, tra piaceri materiali e fantasticherie, alla “ricerca del sé”, nel contatto col mondo reale e irreale, rappresenta una metaforica ricognizione della natura umana, che assume i contorni di un’avventura faustiana.
La vita di Peer – che interpreta tutte le sfide romantiche dell’uomo ottocentesco alle prese con la rivoluzione industriale e la modernità – si snocciola come uno schioccare di dita che mette in comunicazione in uno stesso tempo, visibile e no, tutte le età dell’uomo, sfogliate come strati di una cipolla, alla ricerca di un cuore che (come l’isola) non c’è.
Lo spettacolo è un caleidoscopio di visioni fantastiche e irresistibili mutamenti scenici, esaltati dalla scenografia ideata da Francesco Fassone: un grande patchwork di pelli e pellicce che ricorda le renne che Peer racconta di cacciare. Un enorme telo che copre tutto lo spazio scenico e che, azionato a vista dagli stessi attori, crea un gioco di volute e architetture sempre diverse, dando forma a monti, fiordi, boschi, caverne, vele e grandi mantelli che si fanno ali; ad accampamenti berberi e piramidi; a manicomi e mari in tempesta.
Peer Gynt,simpatica canaglia, spaccone e ribelle, bugiardo come Pinocchioe riluttante a crescere come Peter Pan– personaggi di cui è a suo modo antesignano – passa da una frottola all’altra, come da un’avventura all’altra.
Segue, impavido, l’imperativo – Sii te stesso! –trascorrendo la vita in un mondo dove fantasia e realtà finiscono per confondersi.
Attraversa tutti gli stati e gli stadi dell’esistenza, Peer.
Rifiutando in principio l’amore sincero della dolce Solvejg(che gli resterà comunque in eterno fedele), persa anche la madre Aase(l’unica che riesce davvero a tenergli testa nel suo mondo fantastico e che sovrappone a se nella caccia all’Io Gyntiano), s’avventura in viaggi esotici e in paesi lontani, cimentandosi in mille mestieri ed esperienze.
PeerGynTripè un racconto immaginifico che si sovrappone sempre a se stesso.
Uno spettacolo, pensato con grande libertà creativa, dove il ribaltamento immediato di storie e paesaggi, è funzionale alla messa in scena di una grande favola moderna, i cui passaggi cruciali sono rimarcati dai temi diGrieg.
Arrangiati ed eseguiti dal vivo, anche attraverso l’uso di campionature elettroniche e strumenti etnici, come la zampogna, qui s’intrecciano a temi più contemporanei come le canzoni di Califanoed Elvis Presley.
Musiche che rimarcano il vorticoso gioco interpretativo di cinque, fra attori e attrici, che danno vita e corpo a tutti i personaggi dell’opera originale e che, alternandosi sia in ruoli maschili che femminili, accentuano il gioco onirico e la dimensione fluttuante di un’opera d’irresistibile fantasia.